Ringraziamenti speciali: all’anestesia,
alla morfina, agli antibiotici, ai cerotti antidolorifici, alla vaccinazione, alla
coagulazione del sangue, ai guanti chirurgici, al dentifricio, ai cotton fioc, ai deodoranti, a rimmel e
fondotinta, all’anticellulite, a profilattici pillole anticoncezionali
contraccettivi in genere, al water di scarico a sifone, al sistema fognario,
allo scaldabagno, al frigorifero, alle carrozzelle per invalidi, al nastro
adesivo, alla penna biro Bic, al videoregistratore, all’autoradio, agli
accendini, alla birra, alla stele di rosetta, ai numeri (in colore) immaginari,
al principio di indeterminazione.
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giovedì 2 aprile 2015
16.
Beninteso, noi
non cambieremo il mondo – non combineremo mai nulla di buono. Ci raseremo la
barba; ci laveremo i denti; ci taglieremo le unghie; ci puliremo il deretano
con la carta igienica in offerta; chiaveremo quando non ci sarà più bisogno di
masturbarci. Invero, è rincuorante constatare che le zanzare mi considerino ancora
qualcosa di utile buono vivo. Mai col punto fermo dovrebbe concludersi un
trattato, ma sempre con un punto interrogativo o con puntini di sospensione.
I parassiti si rinchiudono all’interno del loro capside, al confine tra
il mondo vivente e il mondo non vivente. I vermi strisciano, ergo sono.
c.v.d.
15.
Dopo tutto
vantavamo un curriculum di tutto rispetto: occhiaie a vista d’occhio, occhi
rossi, occhiate compiacenti durante i compiti in classe, occhioni dolci di tipe
col diabete, occhiatacce dei morosi bulli, consequenziali occhi neri,
quattrocchi privi di assicurazione cristalli pestati a sangue, trauma cranici,
botte formato famiglia, mandibole fratturate in più punti, punti di sutura,
punti neri, punti e record al flipper[1],
punture di zanzare tropicali (evolutesi grazie ad autan tropicali), sigarette
scroccate, sigarette offerte, sigarette nei cessi, sigarette smezzate in sacre
alleanze, ultime sigarette, sigarette magiche (leggi canne), siringhe,
pastiglie, sbronze celestiali, seghe, pompini all inclusive, ditalini, risate, scommesse, commesse arrapanti,
meretrici precettrici (in ambo i casi), neologismi, forme idiomatiche a random passim, figure retoriche inconsapevoli, figure di merda perfettamente
consapevoli, stronzate, amici stronzi, stronzi marroni immortalati e misurati, cleptomania,
zapping compulsivo, turpiloquio congenito, tendenza all’inquinamento, antisemitismo
goliardico, razzismo, nichilismo integralista, misoginia, omofobia radicale, acidità
di stomaco, vomitate, sputi, bolle con le gomme da masticare, sgommate, freni a
mano, note sul diario, compiti di recupero, giustificazioni falsificate,
domeniche a dormire, domeniche a ricordare davanti a un litro di acqua
minerale, domeniche a capire, palle piene, pieni di benzina, impennate, gare
clandestine contro i clandestini, motorini elaborati, finestrini spalancati,
specchietti distrutti, capelli ossigenati[2],
acqua ossigenata su ferite da taglio, pizze al taglio come colazione, strade tagliate,
tagli fuori moda che fecero tendenza, tatuaggi artigianali, piercing fai da te,
bombolette spray, partite all’inglese su cortili di cemento all’inglese.
Nondimeno, ricordo un’epoca in cui la bellezza non era necessariamente una
virtù ma solo un attributo; in cui i canoni estetici erano tutt’al più consigli
di bellezza e non imperativi morali. Orbene, i flashback e i sogni ad occhi
aperti ci terranno in vita ancora per un po’.
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