venerdì 26 agosto 2016

W Verdi…Bianchi e Rossi!

Dal 27 agosto al 2 ottobre, presso il “Museo degli ex voto” di Dogliani (CN), sarà possibile visitare un’interessante mostra che esibisce i disegni del fumettista Danilo Paparelli, dedicati ai protagonisti del Risorgimento italiano. L’esibizione presenta le tavole illustrate per il volume dello stesso Paparelli, dal titolo Viva Verdi, Bianchi e Rossi (Editrice Nerosubianco), nel quale l’autore racconta, attraverso le sue vignette, i personaggi del periodo storico che ha portato all’Unità d'Italia.



Il graphic di Paparelli


Il libro, nel dettaglio, rivisita in chiave satirica e moderna le più famose autorità del nostro Risorgimento: il movimento storico di rinnovamento e rinascita politica e culturale del Bel Paese. Si tratta dunque di una galleria di ritratti, non solo grafici ma anche biografici, in cui vengono tratteggiati i valorosi combattenti e i maître à penser dell’epoca, tutti accomunati dall’idea un po’ folle di riunire i vari Stati che allora componevano la nostra penisola in una sola nazione.

Il “Viva Verdi” con cui si apre il titolo era l’acronimo di “Viva Vittorio Emanuele Re d'Italia”: frase che i patrioti scrivevano sui muri delle case per incitare gli altri rivoluzionari all'insurrezione. L’aggiunta di “Bianchi e Rossi” del fumettista vuole così assumere una duplice valenza: gli altri due colori che compongono il nostro tricolore e i cognomi italiani più diffusi.

All'interno dell’opera si trova quindi una carrellata di caricature dei principali interpreti della nostra avventura storica: da Garibaldi a Mazzini, da Cavour a Vittorio Emanuele II, fino a quelli meno celebrati ma ugualmente importanti come Cristina di Belgiojoso e i Fratelli Bandiera che, anche a costo della loro vita, hanno contribuito alla causa risorgimentale.

Oltre ai disegni satirici, il libro riporta anche una breve biografia con le notizie più curiose relative a questi personaggi, che spesso non vengono citate dai testi ufficiali, ma che appassionano ugualmente il lettore. 

Insomma, è una piacevole lettura, ma anche, un insolito ripasso della storia: sia per gli adulti che vogliono ripercorrere le gesta in questa saga, sia per gli studenti che affrontano a scuola gli argomenti trattati. La prefazione del testo è affidata ad Alberto Patrucco, comico delle prime edizioni di Zelig ed editorialista di Ballarò, definito da Paparelli stesso un “autentico carbonaro della satira”.




La storia tricolore

A tale proposito, la location della mostra, cioè di Dogliani, pare proprio azzeccata. Il paese adagiato nelle Langhe ha infatti adottato Luigi Einaudi: economista, accademico, politico e giornalista, ma soprattutto secondo Presidente della Repubblica Italiana. Intellettuale di fama mondiale, Einaudi è considerato non a caso uno dei padri della nostra Repubblica. A titolo esemplificativo, nel 1944 scrisse una serie di articoli di economia politica per il Risorgimento Liberale.

Ma perché sono così importanti questo libro e questa mostra? Perché contribuiscono alla divulgazione degli ideali romantici, nazionalisti e patriottici, utili per farci ricordare le nostre origini (pur senza cadere ovviamente nel bieco sciovinismo xenofobo e nazionalistico). In effetti, sappiamo relativamente poco delle radici della cosiddetta “Italia Turrita”. Anzi, forse sappiamo più dell’Indipendece Day che ha portato alla nascita degli Stati Uniti d’America, che non le guerre d’indipendenza nostrane!

La ragione probabilmente risiede nel fatto che gli americani hanno fatto della propria Storia un’epica universale, un romanzo storico appassionante, che emoziona colui che ne viene a conoscenza e, perciò, si ricorda più facilmente rispetto all’italica cronaca antiquata. La storiografia italiana sembra boriosa perché, paradossalmente, troppo “storica”, realistica, fattuale. Al contrario, il passato a stelle e strisce si presenta nelle vesti di un grande racconto memorabile, una narrazione mitica continuamente alimentata e tenuta viva nel quotidiano tramite colossal cinematografici autocelebrativi e prose encomiastiche, e non solamente documentata su vecchi libri impolverati delle biblioteche. E poco male se la fedeltà storica, l’aderenza ai fatti e il ricorso metodologico a fonti attendibili sono messe parzialmente da parte, rimpiazzate da spettacolarità delle gesta raccontate, brillantezza del linguaggio utilizzato e marketing subliminale nell’esposizione mondiale delle proprie origini.

Concludiamo questa riflessione, scaturita dall’evento culturale della mostra di Paparelli, con una serie di titoli cinematografici che negli ultimi anni hanno risvegliato la coscienza storica degli italiani, grazie al medium di comunicazione di massa, facendo ribattere il cuore tricolore! Noi credevamo: film del 2010 diretto da Mario Martone, su sceneggiatura dello stesso regista e di Giancarlo De Cataldo, liberamente ispirato alle vicende storiche realmente accadute e al romanzo omonimo di Anna Banti. I Viceré: pellicola drammatica del 2007 diretta da Roberto Faenza, tratta dal libro di Federico De Roberto. In particolare, il film narra le vicende del Risorgimento meridionale.

Ben vengano, quindi, belle iniziative pensate per divulgare ai cittadini, mediante opere d’arte popolari e di massa, ciò che eravamo: per capire ciò che siamo e, soprattutto, ciò che vogliamo essere.